Nessuno sa di noi ~ Simona Sparaco
"È successo che eravamo felici. Sembravamo volare sopra le nostre vite, così meravigliosamente incoscienti. Poi, in un istante qualunque, siamo precipitati. E adesso siamo qui, senza sapere se resteremo paralizzati a vita, su una sedia a rotelle, o se incerti e zoppicanti, prima o poi, ci rimetteremo in piedi e ricominceremo a camminare."
Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. Ci sono voluti anni per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di "sesso a comando", di attese col cuore in gola smentite in un minuto. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è troppo "corto". Ha qualcosa che non va. "Nessuno sa di noi" è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola.
La mia opinione
Parlare di questo romanzo mi riesce particolarmente difficile, non perché
non mi sia piaciuto, ma, al contrario, perché è talmente bello che mi sembra quasi
riduttivo riassumerlo in poche parole.
Non conoscevo Simona Sparaco fino a poche settimane fa. Da lettrice
accanita ne avevo sentito parlare, ma non mi era mai venuta la curiosità di
acquistare un suo romanzo. Casualmente ho scoperto che a Cagliari si sarebbe
tenuta una presentazione del suo libro, in occasione di un festival organizzato
dal comitato Se non ora quando di Cagliari.
Ho potuto così scambiare due parole con l’autrice (che è davvero una
ragazza dolcissima) e ascoltare alcuni passi del libro, che mi hanno davvero
commossa. Inoltre era presente una ginecologa che ha affrontato la problematica
trattata dal romanzo.
Il libro parla, infatti, di Luce e Pietro, una coppia che desidera da
tanto tempo un figlio. Questo sogno diventa quasi un’ossessione per Luce, che
controlla continuamente i giorni fertili, fino a quando riesce a rimanere
incinta di un bambino, che decideranno di chiamare Lorenzo.
Nonostante dall’amniocentesi il bambino risulti sano, dopo una
ecografia si scopre che, invece, il feto è affetto da una rarissima malattia, di
cui neanche i medici possono prevedere lo sviluppo. Essendo passato tanto
tempo, non è più possibile l’interruzione volontaria della gravidanza a scopo
terapeutico, che in Italia è consentita fino alla ventiduesima settimana.
Luce e Pietro si trovano, quindi, davanti ad una difficile scelta:
tenere il bambino, così rischiando che lo stesso muoia immediatamente dopo il
parto o, nell’ipotesi migliore, di “regalargli” un’esistenza fatta di
sofferenze e mille difficoltà, oppure recarsi in un paese straniero dove l’aborto
a scopo terapeutico è consentito anche dopo la ventiduesima settimana.
La coppia si reca a Londra e qui la difficile decisione verrà, di
fatto, presa da Pietro, perché Luce è talmente sconvolta dal momento in cui ha
saputo della malattia che non riesce neanche quasi a parlare. Non voglio
rivelarvi quale sarà la scelta, posso solo dirvi che Luce inizierà un percorso
dolorosissimo, che metterà a repentaglio non solo la sua salute psicologica, ma
anche il suo rapporto di coppia.
Il fulcro del libro, per come io l’ho interpretato, è proprio il
dolore, in tutte le sue forme. Non si tratta, infatti, soltanto del dolore che
può causare una notizia simile a due futuri genitori, ma anche del dolore di
Luce per il rapporto difficile con la madre, per non riuscire a comunicare con il suo
compagno nonché per le difficoltà che incontra nel suo lavoro. Luce infatti si
occupa di una rubrica in una testata giornalistica, dove ha sempre dispensato
consigli a tutti, con naturalezza. Dopo la
tragedia personale che le piomba addosso, si rende conto di aver trattato i
problemi degli altri con superficialità e si chiede a che titolo potesse
fornire simili consigli.
Luce troverà conforto nei forum su internet, dove incontrerà altre
madri che hanno avuto situazioni simili alla sua. Grazie a questi interventi,
che separano i vari paragrafi del libro, la scrittrice affronta il delicato
dibattito tra le donne che ritengono che sia ingiusto abortire e che non lo si
debba mai fare, perché sarebbe un omicidio, e quelle che, invece, pensano al
benessere del bambino e alle difficoltà che, in una società come la nostra,
potrebbe incontrare, oltre alle sue sofferenze fisiche e psicologiche.
Il romanzo è davvero scorrevole, con tantissimi passi che portano a
riflettere su come poter superare il dolore. Come ho già anticipato nel mio
profilo Instagram, la mia idea è che il nome Luce non sia stato scelto a caso,
ma per dimostrare, attraverso la protagonista, che anche di fronte al dolore
peggiore può esserci una “luce” che ci permette di tornare a vivere e, alla
fine, ad essere di nuovo felici.
Insomma, se vi ho un po’ incuriositi, preparate i fazzoletti per le
lacrime e buttatevi in questo meraviglioso romanzo!
Libro
Titolo: Nessuno sa di noi
Autore: Simona Sparaco
Editore: Giunti
Anno di pubblicazione: 2013
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