I cento libri che rendono più ricca la nostra vita ~ Piero Dorfles

“I libri bisogna viverli, rileggerli, sentirli propri, personalizzarli, farli diventare una parte di noi come noi diventiamo una parte di quello che hanno dentro.”


Dopo avervi consigliato “Curarsi coi libri. Rimedi letterari per ogni malanno”, oggi torno a parlarvi di “libri che consigliano libri, con questo interessante “elenco” su “I cento libri che rendono più ricca la nostra vita” di Piero Dorfles. Ho sempre ammirato questo giornalista, mi piace molto il programma “Per un pugno di libri” e trovo che abbia sempre dato ottimi suggerimenti di lettura. Leggendolo mi sono accorta di aver letto molti meno libri di quelli da lui indicati. Alcuni li ho in casa, altri li ho acquistati, altri ancora li comprerò in futuro. Insomma, obiettivo del 2016? Rendere più ricca la mia vita con l’elenco di Dorfles!


Tra i vari titoli citati mi ha colpito che abbia inserito Colazione da Tiffany di Truman Capote. Tra le tante passioni, adoro sin da piccola i film di Audrey Hepburn, ma il libro mi era proprio sfuggito. Ho recuperato l’inverno scorso e devo dire che, nonostante Audrey sia indimenticabile, il romanzo è molto più bello del film.
Condivido con voi un estratto dal libro di Dorfles, proprio su Colazione da Tiffany.


“Chi non si innamorerebbe della Holly interpretata da Audrey Hepburn? Un altro film troppo bello e troppo ben interpretato per non oscurare il libro da cui ha origine. Peccato, perché per quanto deliziosa sia, la Holly Golightly della Hepburn è certo meno complessa, contraddittoria e confusa di quella del libro di Capote; e oltretutto la storia a lieto fine del film è più banale di quella del romanzo.
In due parole. La voce narrante è quella di un giovane che aspira ad una carriera di scrittore e vive in un modesto appartamento a Manhattan; al piano di sotto vive lei, bella e inafferrabile, rumorosa e disinvolta, il cui biglietto da visita suona: Signorina Holiday Golightly, in transito. E in effetti Holly, che in realtà si chiama Lulamae, non è solo poco stabile, senza passato né futuro, sempre sull’orlo di una fuga o di un matrimonio con personaggi strampalati; ma anche, come dice il suo nome d’arte, Holiday, in vacanza, o una vacanza in sé e per sé, e go lightly, vai con leggerezza, come Holly in effetti procede, scivolando sulle cose a qualche centimetro da terra, senza mai farsi fermare dalle superfici accidentate della vita.
Holly di mestiere si fa offrire pranzi e cene da ricchi pretendenti, e arrotonda andando a trovare in carcere un mammasantissima della mafia e del traffico di droga, Sally Tomato, fingendosi sua nipote. Gli porta messaggi cifrati e ne trasmette le risposte al suo luogotenente. Nel periodo in cui i due protagonisti vivono nello stesso stabile, Holly cambia un paio di volte fidanzato, organizza feste demenziali con soli uomini, convive con una compagna stupida e bruttina che le ruba un promesso sposo, viene a sapere che l’amatissimo fratello, Fred, è morto in guerra, e riceve la visita del marito, che l’aveva salvata dalla miseria e sposata a quattordici anni, un anziano veterinario dell’Arkansas dal quale è fuggita cinque anni prima senza spiegazioni.
Tra i due protagonisti non succede niente, anche perché lui, per quanto molto invaghito, non sa nemmeno se ne è innamorato, mentre lei lo considera poco più che un oggetto di arredamento, e lo usa per scappare da casa quando un fidanzato è troppo mordace, per consolarsi nei rari momenti di smarrimento, per organizzare la vita quotidiana tra un party e l’altro. Holly dorme nel suo letto, si fa vestire, gli sfila davanti completamente nuda parlando di basket. Sono amici, si intendono perfettamente, ma il sentimento – se c’è – rimane segreto, coperto, non dichiarato.”
(Pagg. 231-232, I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, Piero Dorfles, Garzanti, 2014)

Mi fermo qui con l’estratto, perché nel resto viene svelato troppo il finale del libro (che è ben diverso rispetto al film) e non voglio togliere il gusto a chi non l’ha letto di scoprirlo da solo :)



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