[Recensione] I piccoli principi del Rione Sanità di Cristina Zagaria - Il battello a vapore





Trama
Uhuru, un ragazzo africano diretto in Svizzera, fa tappa a Napoli. Cerca ospitalità nel centro di accoglienza del Rione Sanità, ma arriva tardi, perché si mette a guardare la strada, le persone, le case... così finisce a dormire su una panchina di fronte alla chiesa. Vorrebbe ripartire subito, invece resta a lungo in quella piazza e la panchina diventa la sua casa. I ragazzi del quartiere lo notano, ha un giubbotto di pelle e diventa l'Aviato'. E, proprio come l'aviatore di Saint-Exupéry, attraverso lo sguardo dei bambini che ci vivono Uhuru scopre il pianeta Sanità. Un pianeta fatto di contraddizioni, storie difficili, illegalità, ma anche di bellezza e persone che amano e lavorano per dare un futuro al proprio quartiere. Con un intervento di don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità. 

La mia opinione
Il libro di Cristina Zagaria, giornalista e scrittrice che attualmente vive a Napoli, è dedicato ai più piccoli, ma è un libro che andrebbe letto anche da noi adulti, per ricordarci il mondo dei bambini, dei loro sogni, delle loro speranze e aiutarli a non avere più paura.
La paura è uno dei sentimenti portanti di questa storia. Ha paura Uhuru, un ragazzo di soli diciannove anni, fuggito dall’Africa e dalle continue guerre della sua terra natia per dirigersi in Svizzera, la terra “neutrale”, il paese dei sogni che tutti noi immaginiamo sereno, senza conflitti. 
E hanno paura i bimbi del Rione Sanità, i piccoli principi che sono i protagonisti del romanzo. Sentendo Rione Sanità potrete intuire quale sia questa paura: quella della mafia, una presenza ingombrante in molte città italiane. E chi, se non i bambini, può riuscire a sconfiggere la paura inseguendo i sogni, anche quelli più grandi e che sembrano impossibili?
La storia de “I piccoli principi del Rione Sanità” è, innanzitutto, una storia di amicizia. L’amicizia tra Uhuru e i bambini del quartiere nasce in un attimo, nello scambio di un disegno, che ci riporta immediatamente al libro che ha ispirato la scrittrice: Il piccolo principe di Saint-Exupéry, una delle storie più belle che esistano, una delle poche che riesce ad unire tutti, bambini e adulti, alternando fantasia con profonde riflessioni sulla società, sugli uomini e sull’amicizia tra persone ed esseri completamente diversi tra loro.
Ed è questa la grande capacità dei bimbi del Rione Sanità: quella di non tenere conto delle diversità, di accogliere Uhuru nel loro mondo e farlo partecipe dei loro sogni più grandi.
I piccoli principi non sono come gli altri bambini: sono più maturi, vedono costantemente cose che i bimbi non dovrebbero vedere, aiutano i genitori che faticano ad arrivare a fine mese e, talvolta, prendono le strade sbagliate per paura, per non deludere i genitori che fanno parte del Sistema, per sentirsi “forti”.
Ma ci sono tanti altri bambini che non ci stanno, che dicono “No”, come Diego, Rosa, Vincenzo: nomi immaginari per bambini reali, che ripercorrono la storia del Piccolo principe da protagonisti, con la loro nuova guida, Uhuru, il loro aviatore che li conduce con l’immaginazione in luoghi lontani senza però perdere di vista le origini.
Perché loro stella polare è proprio là, nella piazza, la statua in ricordo di Genny Cesarano, un piccolo principe che tutti noi conosciamo per la sua tragica vicenda, un sognatore la cui vita è stata spezzata troppo presto.
Ho letto tanto sul tema della mafia, ma vedere il punto di vista dei bambini mi commuove sempre, per la loro grande capacità di comprendere le cose meglio degli adulti. I bambini sono la nostra speranza ed inevitabile nella mia mente è stato il paragone con un altro libro, “Per questo mi chiamo Giovanni”, la storia di un altro eroe che non ha mai avuto paura.
Questo libro è speranza, sogni, cambiamento. Ma alla fine è anche una richiesta di tornare. Ai bambini del Rione Sanità e a tutti i bambini: crescere senza bruciare le tappe, inseguire i propri sogni, per poi tornare nel luogo in cui si è nati e renderlo un posto migliore.
Una nota speciale non si può non dedicare ai volontari che giorno dopo giorno, con le varie associazioni del Rione, aiutano i bambini a coltivare i loro sogni, a don Antonio Loffredo, parroco del Rione, che insegna a guardare con il cuore, e alla Fondazione Alberto e Franca Riva.
Personalmente ho sempre avuto un libro tra le mani da quando avevo circa 6 anni e spero, se avrò dei figli, di tramandare anche a loro questa mia passione. Mamme e papà mi rivolgo a voi: regalate libri ai vostri bambini, permettetegli di sognare, di viaggiare in luoghi diversi, di conoscere tante realtà nuove, di sconfiggere le loro paure. “I piccoli principi del Rione Sanità” è sicuramente un ottimo libro dal quale iniziare.

Voto finale: 5/5

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