[Review Party] Piove deserto di Ciro Auriemma e Renato Troffa - DeA Planeta Libri



Trama
Davide, operaio in una fabbrica di fronte a Carloforte, è morto. È stato un incidente, una disgrazia. O forse è stato ucciso, perché aveva visto o saputo qualcosa che non doveva, magari proprio sullo stabilimento che da tempo rischia la chiusura. Anzi, è ancora vivo, si è nascosto a Cagliari con una donna… Molte voci e menzogne corrono, si inseguono attorno alla sua presunta morte bianca; presunta perché manca un corpo da piangere: Davide è letteralmente sparito. All’ombra di ciminiere che svettano come cattedrali di metallo e cemento, Leo Mari, ex poliziotto ed ex alcolista, una figlia sorda che vede troppo poco e che a malapena riesce a mantenere, torna sull’isola dove è nato e dalla quale è fuggito molti anni prima. Lo fa per affetto, perché Davide è stato il suo migliore amico, ma anche come investigatore per conto dell’assicurazione che dovrebbe saldare il prezzo della sua scomparsa. È un incarico come tanti, si dice, ma diventerà una corsa contro il tempo, alla ricerca di segreti che potrebbero non piacergli e che lo trasformeranno nel bersaglio di chi si sente minacciato dalla verità. Intense passioni civili e private si mescolano in questo potente noir: un’indagine coraggiosa sul dolore di una terra che sa essere paradiso e inferno insieme, e sulla ferocia di un tempo in cui perdere il lavoro può rappresentare una disgrazia peggiore che perdere la vita.



La mia opinione
Il noir “Piove deserto” di Ciro Auriemma e Renato Troffa, uscito oggi per Dea Planeta Libri, è sicuramente un libro che vi consiglio di leggere, seppure con alcune riflessioni che, a mio parere, lo avrebbero reso migliore.
La storia è quella di Leo, un ex poliziotto originario di Carloforte, che torna nella sua terra d’origine per cercare di capire cosa è successo a Davide, il suo migliore amico dei tempi dell’infanzia, con il quale, tuttavia, a seguito del suo trasferimento nel “continente” per entrare in Polizia, Leo ha contatti ormai davvero sporadici.
Apparentemente la morte di Davide è una di quelle morti bianche di cui tanto si parla oggi: sembrerebbe, infatti, trattarsi di un incidente sul lavoro. Questo scatena, ovviamente, gli inevitabili contrasti tra chi vorrebbe preservare la fabbrica, e quindi posti di lavoro per i più bisognosi, e chi, invece, a tutela dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori, vorrebbe che l’azienda “colpevole e pericolosa” chiudesse per sempre.
Gli autori, quindi, si occupano di un tema molto spinoso: quello del conflitto tra i lavoratori e gli ambientalisti. Sicuramente si tratta di una tematica molto sentita in Sardegna e, anche se Carloforte è un po’ a sé stante, per le particolarità derivanti dalla sua storia, un po’ ligure e un po’ sarda, mi ha ricordato molto i recenti eventi del Sulcis Iglesiente, ora Provincia del Sud Sardegna. In una delle zone più povere della Sardegna, infatti, questo conflitto tra necessità di un posto di lavoro e ostilità verso le grandi aziende è da tempo molto sentito e discusso. Ho apprezzato tanto che gli autori abbiano “approfittato” dell’occasione di un noir per portare il lettore a delle riflessioni importanti e, sicuramente, di difficile risoluzione. 
Tornando al romanzo, il personaggio di Leo spicca su tutti. Ex poliziotto, ex alcolizzato, è un uomo che ha perso la strada, che vede la sua isola, U Paise, in parte come un’estranea, in parte come una madre pronta a riaccogliere il suo figliol prodigo cercando di farlo sentire a casa. La bellezza dell’isola emerge chiaramente in tutta la storia: ma, soprattutto, uno dei protagonisti principali credo sia il mare. Chi ha vissuto in un’isola per buona parte della sua vita, chi è cresciuto con l’odore della salsedine che nelle giornate ventose si spinge in ogni angolo della città, sa benissimo la sensazione che sto cercando di descrivere. E sa quanto, lontani da casa, il mare possa mancare. E questo senso di nostalgia verso il mare, verso la vita in un’isola che talvolta è scomoda e alienante, è evidenziato in tutto il romanzo. Gli autori descrivono talmente bene i luoghi che vi sembrerà di essere anche voi là, nell’Isola di San Pietro, a sentire il rumore e l’odore del mare. 
Trattandosi di un noir, ovviamente, non mancano tinte fosche e colpi di scena. è certamente di un libro ben strutturato e la cui storia tiene quasi perfettamente il ritmo dall’inizio alla fine.
Come vi ho detto ho trovato alcuni spunti di miglioramento. All’interno del romanzo, infatti, ci sono alcuni episodi di “passioni private”, come vengono definite nella sinossi, che non vi anticipo per non rovinarvi il piacere di scoprire la storia, che, a mio parere, non ho trovato particolarmente pertinenti e, anzi, avrei evitato. 
Il secondo elemento che non ho apprezzato particolarmente è stato il finale, che ho trovato un po’ frettoloso. Gli autori hanno, come vi ho già scritto, tenuto il ritmo per quasi tutto il romanzo, un ritmo che ho trovato quasi perfetto, ma le ultime parti mi hanno lasciato un po’ spiazzata. Si ha un po’ la sensazione che manchi qualcosa, come se fossero voluti arrivare alla fine velocemente, allentando un po’ la tensione provocata dal mistero e dall’intrigo che ha caratterizzato il resto del romanzo. 
A parte questi due spunti di miglioramento, “Piove deserto” mi è piaciuto molto: scorrevole, scritto benissimo e ambientato in un’isola meravigliosa. Se amate il genere, è sicuramente l’occasione giusta per conoscere questi autori. 


Voto finale: 4/5

Commenti

  1. Mi è piaciuto, una scoperta interessante. Io a differenza tua non ho trovato poco pertinenti le passioni personali, secondo me hanno aiutato il lettore a capire meglio il personaggio principale. Il votp finale è proprio come il tuo :-)

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