[Recensione] La testimone del tempo di Tahmima Anam - Garzanti



Trama
Cambridge, Massachusetts, fine dell’estate. Zubaida, giovane dottoranda di Harvard, sta per lasciare l’America. Non vede l’ora di fare ritorno nel suo paese, il Bangladesh, dove la aspettano a braccia aperte la famiglia adottiva e il fidanzato di sempre, Rashid. La attende anche un’occasione unica che non può certo rifiutare: partecipare come paleontologa a uno scavo importante che potrebbe riscrivere la storia. Ma qualche giorno prima della partenza, nel buio di una sala da concerto, incontra una persona speciale: l’affascinante pianista Elijah Strong. Elijah non è come gli altri uomini che Zubaida ha conosciuto finora. Fra loro l’attrazione è immediata e intensa, destinata a sopravvivere al di là dell’appartenenza a culture diverse. 
Eppure, per quanto Zubaida desideri restare e arrendersi a una passione cui è difficile resistere, rimane fedele ai suoi piani. Rientra a Dacca, spinta anche dal rispetto delle tradizioni e di una famiglia che l’ha accolta e protetta. Qui deve confrontarsi con le premure e l’affetto di Rashid, che non riesce più a ricambiare, e ripercorrere un passato che credeva non esistesse nemmeno. 
Quelli in Bangladesh sono anni in cui Zubaida si mette alla prova e non si arrende mai. Anni in cui non ha paura di prendere decisioni a volte scomode. Anni in cui non può e non vuole dimenticare Elijah e quel loro incontro che ha cambiato la sua vita per sempre. Sa bene di non essere più quella di un tempo. E forse adesso è arrivato il momento di liberarsi degli ultimi fili che ancora la legano a un’esistenza che non sente più sua e tornare là dove tutto è cominciato. Con un unico obiettivo: abbracciare le proprie radici senza rinunciare a sé stessa e all’amore.

La mia opinione
Un romanzo riassumibile in una sola parola: meraviglioso!
Già dalle prime pagine ho capito che questo era il libro per me. Tahmima Anam ci racconta la storia di Zubaida, una ragazza del Bangladesh che si trova in America per completare gli studi in paleontologia. Poco prima di partire e tornare nel suo paese d’origine, Zubaida farà un incontro casuale che sconvolgerà tutta la sua vita: quello con Elijah, un uomo diverso da tutti coloro che ha incontrato prima, capace di farle provare emozioni che non credeva esistessero.
Il problema è che Zubaida, a casa in Bangladesh, ha lasciato Rashid, il suo fidanzato storico, che l’aspetta per coronare quello che è il loro piano da sempre, il matrimonio e una famiglia insieme. Zubaida, nonostante ciò che prova per Elijah, viene travolta da quelle che sono le aspettative non solo dei suoi genitori, ma anche della famiglia di Rashid. Rashid è il ragazzo perfetto, dolce e premuroso, quello che tutti sapevano che Zubaida avrebbe sposato sin da quando era piccola. 
Così Zubaida si rassegna al suo destino e sposa Rashid, ma il pensiero di Elijah è sempre presente. E, sopratutto, è presente dentro di lei una mancanza: quando era piccola ha scoperto di essere stata adottata. Il silenzio serbato dai suoi meravigliosi genitori adottivi, ha fatto crescere in lei la voglia di sapere. Quanto sono importanti le nostre radici? Anche se si cresce in una famiglia meravigliosa, l’idea di non sapere da dove si viene, a chi assomigliamo, da chi abbiamo preso certe caratteristiche, può creare un vuoto che è difficile colmare. 
Il racconto di Zubaida, che è fatto sotto forma di lettera ad Elijah, parla proprio di questo: una donna alla ricerca di se stessa, che non troverà pace finché non ricostruirà tutti i tasselli del passato, costruendo finalmente il suo futuro e  trovando il coraggio di cambiare quello che sembra un destino segnato.
Voto finale: 5/5

Commenti

  1. Bella recensione, ha fatto crescere la mia curiosità nei confronti di questo libro che leggeri sicuramente

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