[Recensione] Il rancore non dimentica di Luca Russo
"È ora di mettere mano al destino e di correggere qualche dettaglio, evidentemente sfuggito, a chi di questo mondo tira le fila. Se questo qualcuno esiste. L'artefice del tuo destino sarò io. Il mondo, invece, spettatore."
Il libro
Titolo: Il rancore non dimentica
Autore: Luca Russo
Genere: Thriller
Casa editrice: Maglio editore
Anno di pubblicazione: 2015
Trama
Aeroporto Marconi, Bologna. Roberto Tassi, giovane e aitante promoter pubblicitario, si ritrova una banconota da 10 euro con il nome e cognome di una sua vecchia fiamma. Incuriosito dalla coincidenza prova a telefonare alla ragazza, Rebecca Arlotti, con la speranza di un appuntamento, che non avrà mai luogo. Una serie di vittime, il cui destino è profeticamente marchiato su banconote da 10 euro, lasciano intendere all'ispettore di polizia, Davide Quarto, un modus operandi di un unico killer, che nel bolognese sta causando una lunga scia di morte. Ben presto la catena di omicidi diventa anche un'aperta sfida all'intero corpo di polizia, incapace di porre un freno alla carneficina e di risalire all'identità dell'assassino. In una serrata corsa contro il tempo, Davide Quarto tenterà di salvare più vite possibili, scontrandosi con il suo passato e un rancore che non dimentica.
La mia opinione
Ho sempre pensato che gli elementi che devono caratterizzare
un buon thriller siano due: la fondamentale suspence, che non deve mancare
dall’inizio alla fine, insinuando non solo mille dubbi, ma soprattutto la
curiosità di scoprire cosa succederà nelle pagine successive; e, secondo, ma
non meno importante, un protagonista che deve entrare nel cuore dei lettori.
Per quanto mi riguarda, “Il rancore non dimentica”, romanzo d’esordio di Luca
Russo, ha rispettato a pieno queste due aspettative.
Siamo nell’agosto 2011 in un’afosa Bologna, dove, improvvisamente,
si verificano una serie di omicidi, il cui collegamento sembra essere dato
soltanto dal “biglietto da visita” del killer, una banconota da 10 euro con il
nome della vittima, la data nella quale verrà uccisa e la modalità dell’omicidio.
Davide Quarto è il “nostro” ispettore, che io ho soprannominato l’Harry Hole
italiano e che non si può non amare sin dalle prime pagine. Davide è un
poliziotto che, a prima vista, può sembrare arrogante e vittima della
competizione che, necessariamente, caratterizza un po’ tutte le professioni. Ed
infatti, all’interno della stazione di polizia, ha il suo “collega/nemico”,
Paolo Dora, un personaggio apparentemente non troppo simpatico e un po’
misterioso.
In realtà, l’ispettore Quarto è un uomo che crede fermamente
nella giustizia e vuole a tutti i costi proteggere Bologna e i suoi
concittadini. L’amore per Bologna è una delle cose che ho apprezzato di più,
perché trovo che sia una città che non si può non adorare dal primo momento in
cui si varcano le famose Mura. E Luca
Russo, bolognese che, come il protagonista del suo romanzo, ama tantissimo la
sua città d’origine, è stato davvero bravo nel descriverla, tanto che se
conoscete i posti citati vi sembrerà di accompagnare Davide nelle sue indagini,
facendo tappa nei luoghi più o meno noti di questa meravigliosa città.
Ma Davide lo conosceremo in tutti i suoi aspetti: non solo
nella vita professionale, ma anche in quella personale, con le difficoltà che accompagnano ogni uomo. La sua relazione con la bellissima Viola non lo aiuterà nel periodo
delle indagini, anche perché il serial killer si rivelerà, in un certo senso, legato al protagonista. Il rancore (come dice lo stesso titolo) può crescere
sempre di più fino a sfociare nella vendetta. E questo è uno degli aspetti
fondamentali del romanzo, che farà sì che il serial killer, con il suo
particolare modus operandi, diventerà un vero e proprio incubo per l’intero
corpo di polizia e per Davide in particolare.
L’altro protagonista del romanzo, infatti, è sicuramente il
“Killer delle due Torri” che, come ogni assassino che si rispetti, ha il suo
soprannome coniato dai giornali e che, alla fine, viene utilizzato anche dalla polizia. Sarà
possibile, attraverso le sue riflessioni scritte in prima persona, scoprire il suo profilo
psicologico e capire le motivazioni che lo spingono a compiere una vera e
propria carneficina.
Per quanto riguarda lo stile, è sempre scorrevole e mai
pesante. Persino le descrizioni della città (che sono le parti che spesso
rischiano di annoiare di più) sono inserite nei punti giusti e permettono di
immedesimarsi ancora meglio nella storia.
Non voglio dire altro, perché altrimenti rischierei di
rivelare troppo e togliervi il gusto di scoprire da soli il finale. Io vi
consiglio di leggerlo e, soprattutto, vi assicuro che, una volta finito, vi
ritroverete a sperare che Davide Quarto torni con una nuova indagine!
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