[Recensione] Al di là di noi - il segreto delle anime di Rita Piras - La Zattera edizioni



Trama
Chi sono le guide spirituali? Sono angeli? E come ci guidano? Talvolta le percepiamo e seguiamo il cammino indicato, ma la maggior parte delle volte agiscono senza che noi lo sappiamo, portandoci comunque a seguire in un modo o nell'altro, la via del bene, del meglio assoluto per noi. Anche se la vita ci appare dura e faticosa possiamo essere sicuri che tutto ciò che ci succede è il meglio che possa accadere, perché l'universo è perfetto e niente è fuori posto. Tutto ha un senso e un ­ne di crescita ed evoluzione. Tutto insegna, tutto è amore, anche la tragedia della perdita di un ­figlio. Questo racconto ve lo farà toccare con mano. Il suo messaggio forte e potente, può aprirvi la mente ai misteri più profondi della vita e della morte. La storia di Elisabeth, Jeremy, Sebastian, Oliver e Sarah, Isabel e Jimmy, una storia con molti preziosi insegnamenti.

La mia opinione 
Il libro di Rita Piras mi ha colpita fin dalle prime pagine per la profondità del messaggio trasmesso dall’autrice: esistono delle guide spirituali? Le nostre anime fluttuano dall’alto e ci accompagnano nel cammino che, giorno per giorno, percorriamo?
Tutto inizia dalla storia di Elisabeth, una giovane donna infelice che ha deciso di togliersi la vita. Tuttavia, la sua decisione è ostacolata da un angelo che tiene con cura il filo che ancora la lega alla terra e non la lascia andare. E, in questo mondo tra la vita e la morte, le mostra le anime di chi la circonda in quel letto di ospedale.
A cominciare dal dottore, Jeremy Owen, che ogni giorno le dimostra con affetto l’importanza della vita, della possibilità di superare il dolore anche quando sembra impossibile, della difficoltà di perdonare chi amiamo, anche quando gli errori commessi sembrano talmente gravi da intaccare la nostra serenità per sempre.
In questo viaggio sospeso fra la vita e la morte, Elisabeth incontra le anime di Jeremy, Sebastian, Oliver e Sarah, Isabel, Jason e Jimmy che le mostrano la difficoltà di vivere, ma anche la bellezza del mondo che a volte ci appare crudele.
Rita Piras racconta delle anime che preesistono a ciascuno di noi, che fluttuano nel cielo fino a quando non decidono di arrivare sulla terra e incarnarsi in un essere umano. E ipotizza che il destino sia già scritto, che ci sia una forza incontrastabile che ci aiuti a scegliere, che sappia già quello che è meglio per noi. Un piano per ciascuno, che talvolta prevede delle sofferenze che non comprendiamo, ma che fanno parte di un disegno più grande. In ogni storia c’è un insegnamento e spesso anche la tragedia apparentemente più irreversibile, come la perdita di un figlio, porta con sé un messaggio di speranza, di amore. Perché, in fondo, le anime sono sempre con noi, non le vediamo, ma le percepiamo. 
La scrittura dell’autrice, nella maggior parte delle pagine del libro, è davvero incantevole. Porta il lettore ad immergersi nelle storie dei personaggi, a commuoversi e soffrire con loro, e soprattutto trasmette tanti messaggi di speranza e amore.
L’unica pecca, a mio parere, è nella parte che racconta la storia di Jeremy, Oliver e Sebastian Owen. La scrittrice ha utilizzato sempre il nome intero “Jeremy Owen”, “Oliver Owen” e “Sebastian Owen” e questo per me ha reso i capitoli che riguardava questi personaggi un po’ pesanti da seguire. Anche perché la stessa scelta non è stata fatta per gli altri protagonisti della storia.
"Al di là di noi - il segreto delle anime" è romanzo interessante, profondo e commuovente, con qualche spunto di miglioramento per rendere la lettura più scorrevole, ma sicuramente un esordio da leggere.

Voto finale: 3,5/5


Commenti

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  3. Cara Elisabetta, Citare sempre nome e cognome (Jeremy Owen ecc.) è una scelta ben precisa, dettata non da ragioni stilistiche, ma una precisa esigenza della scrittrice di prestare fede al messaggio che ha ricevuto. Le è stato chiesto di trasmetterlo così, sempre con nome e cognome. E se hai letto bene la prefazione hai capito di cosa parlo.
    Te lo posso dire con certezza perché ho lavorato con la scrittrice all'editing del libro. U.D.

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    1. Ti ringrazio per la precisazione Urania, tuttavia non mi trovi d'accordo. Se non ho capito male, i personaggi si sono presentati così alla scrittrice, ma non le hanno chiesto di utilizzare sempre il loro nome e cognome quando venivano nominati.
      Inoltre, da lettrice ritengo che uno scrittore, quando decide di pubblicare un libro, debba compiere delle scelte stilistiche che agevolino il lettore. In questo caso, avrei preferito l'uso di pronomi magari, perché la ripetizione di nome e cognome rende la lettura meno agevole a mio parere.
      Non mi ritengo un'esperta del settore, sono solo una lettrice che fornisce dei pareri puramente personali e conseguentemente trasmetto ogni mia sensazione, positiva o negativa, a chi ha piacere di leggere il mio blog.

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    2. Non è ben spiegato bella prefazione allora, ma ti assicuro che abbiamo valutato se era il caso di mettere sempre none e cognome e la "loro" risposta é stata "sì". Altrimenti avremmo optato per non ripetere sempre nome e cognome, infatti sono d'accordo con te, ma abbiamo voluto "ascoltare" loro. Un caro saluto.

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