[Recensione] Sabbie Mobili di Malin Persson Giolito - Salani Editore



Trama
Stoccolma, il quartiere più elegante. Nella classe di un liceo cinque persone sono a terra, colpite da una raffica di proiettili. Accanto a loro, Maja Norberg: diciotto anni appena compiuti, brava studentessa, popolare, ragazza di buona famiglia. Tra le vittime ci sono il suo fidanzato, Sebastian Fagerman, il figlio dell'imprenditore più ricco di Svezia, e la sua migliore amica, Amanda. Nove mesi dopo, il processo sta per cominciare. Maja è accusata della strage e ha trascorso un lungo periodo in custodia cautelare. I giornali non le hanno dato tregua, nessuno crede alla sua innocenza, la ragazza della porta accanto si è trasformata nella teenager più odiata di Svezia. Peder Sander, l'avvocato difensore, ha il difficile compito di mettere in discussione quello che ormai sembra scontato per tutti, la colpevolezza della ragazza, e di fare emergere la verità di Maja. Che cosa ha fatto? O, forse, è quello che non ha fatto ad averla condotta a questo punto? Attraverso la voce di Maja, irriverente, dura, unica, ripercorriamo i fatti fino ad arrivare a quel terribile giorno. L'incontro con Sebastian, un amore malato e totalizzante, feste, tradimenti. E, mentre il racconto prosegue, si sgretola la facciata rassicurante di una comunità agiata in cui gli adulti si voltano dall'altra parte per non vedere i loro figli che - tra violenza, tensioni razziali e problemi di droga - affondano sempre di più nelle sabbie mobili.

La mia opinione
Il romanzo “Sabbie mobili” di Malin Persson Giolito, dal quale verrà tratta una serie Tv su Netflix (che ovviamente io non mi perderò) è davvero originale e interessante.
Non si tratta, infatti, del classico thriller che vi tiene col fiato sospeso, ma è un romanzo strutturato in modo molto particolare, ragionato e, a tratti, molto crudo.
Sicuramente chi ha una formazione giuridica come me lo apprezzerà, anche al fine di conoscere sistemi giudiziari diversi come quello svedese. Infatti, la storia inizia con il processo di Maja, protagonista del romanzo, accusata di aver commesso una strage nella sua classe, della quale lei sembra essere l’unica sopravvissuta.
Il libro ripercorre il processo sin dalle prime fasi e la cosa che mi ha colpito maggiormente è stata proprio la struttura che l’autrice ha voluto dare al romanzo e che lo rende, a mio parere, unico nel suo genere. Sin dall’inizio sappiamo cosa è successo. Maja è stata ritrovata sconvolta, di fronte all’omicidio dei suoi compagni di classe, tenendo tra le braccia il suo grande amore, Sebastian.
Tutti la ritengono colpevole, ovviamente più di tutti il Pubblico Ministero sarà quello che cercherà di dimostrare la sua colpevolezza, accompagnato dall’opinione pubblica che, come è tristemente noto, spesso condanna a prescindere. E nel caso di Maja ci sono tante cose che potrebbero farla apparire colpevole: non soltanto il fatto che non sia stata colpita dalle pallottole, ma anche il suo stile di vita. Spesso si viene giudicati a prescindere dai fatti, semplicemente per l’estrazione sociale o per come decidiamo di vivere la nostra vita. E Maja si trova nella parte più ricca di Stoccolma, fidanzata con Sebastian, un ragazzo tanto affascinante quanto problematico.
Emergono tanti argomenti attuali: l’uso di droghe da parte dei più giovani, l’abuso di alcool, il bullismo e le discriminazioni razziali. E poi l’argomento topico del romanzo: le stragi nelle scuole, un fenomeno che siamo abituati ad imputare agli americani ma che, in realtà, colpisce anche molte altre realtà, come quelle della Finlandia o della Svezia.
L’autrice ha costruito un buon romanzo, che svela piano piano cosa è successo quel fatidico giorno in cui i compagni di classe di Maja sono stati assassinati. Non manca qualche colpo di scena, ma non è un thriller ad alta tensione, per cui lo consiglio a chi ama i gialli particolari, diversi dal solito, dove l’autore si concentra più su argomenti sociali che su creare colpi di scena. Proprio questo, talvolta, devo ammettere che ha portato a parti un po’ noiose, come discorsi economici o etici non necessari ai fini della storia.

Voto finale: 4/5


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