[Recensione] Papi di Rita Indiana - NN editore





Trama
Papi è il suo papà, ma è anche un santo, un mecenate, un supereroe, un mago, un benefattore. E lei lo racconta come il migliore papà del mondo, e lo guarda con gli occhi dell'amore e dell'attesa. Perché Papi sta arrivando, arriverà. E un giorno Papi è morto, anche se poi telefona dagli Stati Uniti per dire che tornerà presto; un altro giorno è stato rapito, anche se poi passa a prenderla in Mercedes, vestito da rockstar, con catene d'oro al petto e Nike gigantesche ai piedi. Dalle sue tasche escono rotoli e rotoli di banconote, e tutti lo omaggiano, lo imitano, lo adulano. Perché Papi, in verità, è un narcos, ed è violento e pericoloso, anche se lei, la ragazzina senza nome protagonista del romanzo, con lui si sente potente, felice e terribilmente viva.

La mia opinione
I libri della Casa editrice NN mi stupiscono sempre per la loro originalità e profondità dei temi, oltre per il fatto che si avvalgono di collaboratori, in particolare traduttori, davvero eccezionali.
Ancora una volta ci sorprende riportando in Italia il romanzo di Rita Indiana, Papi.
Si tratta di un romanzo davvero particolare, in cui la protagonista, voce narrante della storia, è una bambina piccola di cui non scopriremo mai il nome.
Cosa affascina di più un bambino? Sicuramente le figure dei genitori. In particolare, le figlie femmine hanno un amore smisurato nei confronti del padre, una figura fondamentale e di riferimento. 
E anche se non sempre i padri sono perfetti, agli occhi dei figli saranno sempre dei supereroi. Ed è quello che accade a questa straordinaria bambina, che ci racconta della ricchezza di Papi, della bravura di Papi in qualunque cosa egli faccia, del fatto che Papi, nonostante a volte scompaia, alla fine torni sempre.
Durante la narrazione, ci rendiamo conto che Papi non è così perfetto e che il suo “lavoro” non è sicuramente legale. Eppure la bambina continua a rappresentarcelo come un essere quasi divino. Si intuisce il vero “Papi” dai racconti della figlia, spesso violenti, a volte raccontati con un linguaggio volgare non adatto ad una bambina, come se la stessa fosse talmente presa dal mondo del padre da assumerne comportamenti ed espressioni.
C’è, dietro questo romanzo, una profonda tristezza e solitudine, mascherata da uno stile originale e per nulla convenzionale. “Papi” sembra, infatti, un flusso di pensieri, a volte quasi senza senso, racconti di vita quotidiana che si alternano a scene di fantasia, lasciando il lettore a tratti affascinato e a tratti spiazzato.
Personalmente, nonostante abbia intuito la portata del romanzo, non mi sento di consigliarlo a tutti. Lo stile è talmente originale che spesso si fatica a seguire la narrazione. Da lettrice ho dovuto fare diverse pause per cercare di capire meglio, per intuire i significati nascosti, per seguire il filo conduttore della storia, che non sono sicura di aver trovato. Se da un lato mi ha commossa, per certi aspetti invece non è riuscito a trasmettermi ciò che mi aspettavo leggendo la trama del libro.
Sicuramente da conoscere se cercate un libro fuori dagli schemi, in cui la fantasia spesso supera la realtà e la nasconde.

Voto finale: 3/5

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