[BlogTour] I guardiani della storia - La serie di K di Elisabetta Cametti: approfondimento sulla religione etrusca.


Buonasera lettori e lettrici! Ieri vi ho parlato del primo volume della Serie di K, I guardiani della Storia, di Elisabetta Cametti, edizioni Cairo.
Oggi, con il blog Esmeralda viaggi e libri, approfondiamo due argomenti collegati al principale argomento del romanzo: gli Etruschi.
La parte che più mi ha affascinata del romanzo è stata quella sull’esoterismo etrusco, che personalmente non conoscevo.



La religione etrusca si basava sull’idea che qualsiasi evento naturale fosse strettamente correlato al divino. Cosa significa? Che le divinità inviavano dei segnali agli uomini i quali dovevano attivarsi per riuscire a capirlo e interpretarlo e comportarsi di conseguenza, secondo il volere divino. 
All’inizio le divinità etrusche non erano ben definite, soprattutto nel numero, ma con le influenze greche si affermarono degli esseri sovrannaturali ben definiti.
In particolare, si possono ricordare:


  1. Tin o Tinia, assimilato a Giove;
  1. Maris ad Ares;
  1. Nethuns a Poseidone;
  1. Turan ad Afrodite;
  1. Turms ad Hermes.


Accanto a questi dei, ce n’erano molti altri che non avevano nulla in comune con il mito greco, come la dea Northia o il dio Vekta,



La religione era affidata ai sacerdoti, che regolavano il rapporto tra gli dei e gli uomini attraverso l’interpretazione dei segni inviati dalle divinità. 
I sacerdoti interpretavano i segni in diversi modi: c’erano i fulguratores, che osservavano le traiettorie dei fulmini, gli auguri, che decifravano il volto degli uccelli e gli auspici, che leggevano le viscere degli animali.

A guidarli c’erano le Sacre Scritture, e cioè:
  • I libri Aruspicini, tramandati da Tagete, che si occupavano dell’interpretazione delle viscere degli animali;
  • I libri Fulgurales, attribuiti alla rivelazione della ninfa Vegoia, che contenevano la dottrina dei fulmini;
  • I Libri rituales che invece contenevano le regole di comportamento per la convivenza della società, sia per quanto riguarda la sfera pubblica, sia per la sfera privata.
Ogni sacerdote aveva come segno distintivo della casta il “Lituo”, una specie di scettro con l’estremità superiore ricurva.

Particolarmente interessante la ripartizione dello spazio celeste, il “Templum”, dimora degli Dei. Lo spazio celeste era concepito come suddiviso in sedici parti, quattro per ognuno dei quadranti che risultavano dall’ideale congiunzione dei quattro punti cardinali, attraverso due rette perpendicolari che si incrociavano al centro. 
Nelle sedici caselle erano collocate le sedi o dimore delle divinità, sulla base di un ordine che collocava gli dei superiori nelle regioni orientali del cielo; gli dei della terra e della natura verso mezzogiorno; quelli infernali e del fato nelle regioni d’occidente, considerato come il più nefasto. A seconda del settore del Cielo in cui apparivano i fulmini o gli altri fenomeni atmosferici, il sacerdote risaliva alla divinità che governava quel settore e che aveva scatenato il segno. In questo modo, riusciva a capire se aveva di fronte un avvertimento, un ordine, una manifestazione di gioia o di ira.


Trovate tutte queste e tantissime altre informazioni nel romanzo di Elisabetta Cametti. Vi lascio nuovamente il calendario del BlogTour, con le date delle prossime tappe: altre recensioni e approfondimenti vi aspettano.


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