[Recensione] L'uomo dell'istante di Stig Dalager
"E' solo, si sente solo: perchè non riesce a liberarsi dalla presunzione di volere proprio questo, stare solo, essere se stesso e appartenere solo a se stesso, e ad avvicinarsi a una donna senza nervosismi o giochi di maschere? Ora tutti lo disprezzeranno per la figuraccia che ha fatto e finirà per rimanere isolato, come un abete solitario, egoisticamente chiuso in se stesso, sviluppato solo in altezza, un abete che non dà ombra. No, davvero non sa quello che vuole".Trama
Copenaghen
1855, un uomo entra nell’ospedale cittadino e dice di essere pronto per morire,
ha solo 42 anni e il volto noto di Søren Kierkegaard. Filosofo e scrittore tra
i più controversi della sua epoca, seduttore e martire, esistenzialista ante litteram e teologo ribelle alla Chiesa
istituita, Kierkegaard è giunto al termine di un’esistenza estrema e
paradossale, messa in gioco fino in fondo alla ricerca di un’unità più alta di
corpo e spirito, e ora che sta per concludersi la «battaglia», la ripercorre dall’inizio
alla luce dei propri dissidi e delle due figure che l’hanno segnata: il padre,
con la sua religiosità severa, chiusa in un tormentato senso della colpa e del
dovere, e Regine Olsen, il suo grande amore, che conquista e poi abbandona
perché rimanga un ideale da inseguire per il resto della vita, un sacrificio in
nome della sua missione, fino a dire: «Tutto quello che ho scritto, l’ho
scritto per lei.» Attraverso i diari, le lettere e l’impetuosa produzione
letteraria, Dalager racconta l’uomo dietro un filosofo che ha tratto il suo
pensiero da un personale percorso di vita: dai limiti dell’edonismo alla
vertigine della scelta etica, dall’impossibilità della conoscenza al «salto»
nella fede in cui può appagare il suo bisogno di infinito. E a partire da
questo intreccio di filosofia e vita ritrae un precursore della sensibilità
contemporanea, che ha opposto a ogni sistema l’urgenza di sondare l’individuo,
definendosi «un soldato di frontiera» e un poeta-pensatore, il poeta
dell’amore, del pensiero e della fede.
La mia opinione
Non sono
mai stata una grande amante delle biografie, ma ho adorato questo romanzo di Stig Dalager che racconta la vita di Søren Kierkegaard,
ripercorsa mentalmente dallo stesso filosofo mentre si trova in ospedale perché sente di essere
in procinto di morire.
Dietro le
opere di Kierkegaard si nasconde una personalità complessa e una profonda
sofferenza. A cominciare dal difficile rapporto con il padre, un uomo rigido,
una “montagna” che Søren non è mai riuscito ad affrontare, che, con le sue
proibizioni e il suo trattarlo da uomo anche quando era solo un bambino, ha
spinto il filosofo a elaborare buona parte dei suoi pensieri.
Oltre al
padre, un’altra figura preponderante del romanzo è quella di Regine, la donna
amata da Kierkegaard, alla quale è dedicato, tra le altre opere, il famosissimo
“Diario di un seduttore”. L’amore con Regine è tanto bello quanto straziante. Søren
è un uomo davvero complicato che non riesce a legarsi con un’altra persona. Ha i
suoi fantasmi, primo fra tutti quello del padre, e la sua opera letteraria gli
impedisce di ritenersi una persona adatta al matrimonio. Sente di essere stato “scelto”
per un fine superiore, quello di farsi portavoce di una lotta al cattolicesimo
che lui vede “corrotto” a causa della vita dei Vescovi e pastori che non rispecchia
il vero pensiero di Gesù, il vivere con il minimo indispensabile e aiutare il
prossimo. Con la sua dolcezza e la sua pazienza infinita Regine cercherà di
fargli cambiare idea, lo attenderà, proverà a comprendere i suoi malumori. E i
due rimarranno legati da un amore che supera il tempo e le distanze e lei
rimarrà nei pensieri di Søren fino alla fine.
La sua
opera letteraria è davvero sterminata, più di quanto pensassi dai vaghi ricordi
che avevo dalla filosofia studiata a scuola. In particolare il suo pensiero sul
Cristianesimo “puro” risultano oggi particolarmente attuali nonostante siano
passati secoli da allora. Soprattutto ho apprezzato la sua lotta continua per l’affermazione
dell’uguaglianza fra gli uomini, a prescindere da classi sociali o titoli.
Nonostante
il libro sia necessariamente ricco di pensieri e passi tratti dalle opere del
filosofo, la lettura scorre abbastanza veloce. In certi passi è necessario
soffermarsi per capire appieno il pensiero di Kierkegaard, ma in generale la
sua storia è davvero coinvolgente. Certo, se non amate per nulla la filosofia
non credo faccia per voi, si tratta comunque di un romanzo impegnativo.
Lo
consiglio a chi ama le biografie romanzate e a chi, come me, conosceva il filosofo
solo dagli studi liceali, perché il mondo di Kierkegaard vale la pena di essere
scoperto e l’autore ha fatto un lavoro incredibile nel ricostruire questa storia.
Voto finale: 4/5
Il libro
Titolo: L'uomo dell'istante
Autore: Stig Dalager
Casa editrice: Iperborea
Collana: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2016, aprile
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